Bologna
La leggenda delle Due Torri di Bologna
Le Due Torri sono il simbolo di Bologna e si trovano nell’antica Via Emilia. Realizzate in muratura, avevano la funzione di difendere e segnalare, oltre che di rappresentare il prestigio sociale della famiglia Asinelli. La Torre degli Asinelli venne costruita tra il 1109 e il 1119 ed è la torre medievale pendente più alta del mondo, nonché una delle venti ancora visibili dell’antica Turrita Bologna.
Oggi, sotto il portico, sono state ricollocate alcune botteghe di artigianato a ricordo della funzione commerciale svolta dal medievale ‘mercato di mezzo’.
La sorella minore della Torre degli Asinelli è la Garisenda, circa 50 metri in meno e con uno strapiombo di 3,22 metri dovuto a un maggiore cedimento del terreno e delle fondamenta.
Due famosi simboli cittadini di cui pochi conoscono la leggenda. Tra gli studenti c’è la credenza che salire sulla Torre degli Asinelli prima di essersi laureati potrebbe impedire il raggiungimento della laurea.
Secondo la leggenda, vi era un contadino che dedicava tutte le sue giornate al lavoro dei campi, aiutato dai suoi due asinelli. La speranza era di poter un giorno espandere i suoi campi per il bene della sua famiglia, ma soprattutto del suo unico figlio.
Un giorno gli asinelli, come impazziti, iniziarono a scalciare e a scavare sempre con più insistenza, finché dalla terra spuntò qualcosa che sorprese il contadino: un baule pieno di monete d’oro e d’argento e pietre preziose. Stupito dal ritrovamento, il contadino rinominò tale tesoro “il tesoro degli asinelli”.
Non disse a nessuno di ciò che era successo, nemmeno alla moglie, però non tenne tutto il tesoro per sé, ogni tanto infatti le dava un po’ di soldi in più del normale per comprare ciò che serviva alla famiglia.
Seppur con riserbo, il suo tenore di vita migliorò. Intanto, il figlio crebbe divenendo un uomo di grande cultura e fascino, il padre aveva infatti voluto per lui i migliori precettori e insegnanti.
Il giovane si innamorò di una fanciulla appartenente a una delle famiglie più importanti di Bologna e il sentimento era ricambiato. Era però troppo grande la differenza sociale per sperare che la famiglia della fanciulla accettasse una simile unione.
La giovane si disperava così tanto che il suo amato, non potendola vedere in quello stato, decise di affrontare la nobile famiglia. Il padre derise la richiesta del ragazzo e disse che il matrimonio ci sarebbe stato solo se fosse riuscito a costruire una torre molto alta.
Quella stessa sera, il giovane si confidò con il padre che subito trovò la soluzione: gli consegnò il tesoro che aveva custodito e iniziarono subito i lavori della torre, oggi conosciuta come la “Torre degli Asinelli”.
Oggi, sotto il portico, sono state ricollocate alcune botteghe di artigianato a ricordo della funzione commerciale svolta dal medievale ‘mercato di mezzo’.
La sorella minore della Torre degli Asinelli è la Garisenda, circa 50 metri in meno e con uno strapiombo di 3,22 metri dovuto a un maggiore cedimento del terreno e delle fondamenta.
Due famosi simboli cittadini di cui pochi conoscono la leggenda. Tra gli studenti c’è la credenza che salire sulla Torre degli Asinelli prima di essersi laureati potrebbe impedire il raggiungimento della laurea.
Secondo la leggenda, vi era un contadino che dedicava tutte le sue giornate al lavoro dei campi, aiutato dai suoi due asinelli. La speranza era di poter un giorno espandere i suoi campi per il bene della sua famiglia, ma soprattutto del suo unico figlio.
Un giorno gli asinelli, come impazziti, iniziarono a scalciare e a scavare sempre con più insistenza, finché dalla terra spuntò qualcosa che sorprese il contadino: un baule pieno di monete d’oro e d’argento e pietre preziose. Stupito dal ritrovamento, il contadino rinominò tale tesoro “il tesoro degli asinelli”.
Non disse a nessuno di ciò che era successo, nemmeno alla moglie, però non tenne tutto il tesoro per sé, ogni tanto infatti le dava un po’ di soldi in più del normale per comprare ciò che serviva alla famiglia.
Seppur con riserbo, il suo tenore di vita migliorò. Intanto, il figlio crebbe divenendo un uomo di grande cultura e fascino, il padre aveva infatti voluto per lui i migliori precettori e insegnanti.
Il giovane si innamorò di una fanciulla appartenente a una delle famiglie più importanti di Bologna e il sentimento era ricambiato. Era però troppo grande la differenza sociale per sperare che la famiglia della fanciulla accettasse una simile unione.
La giovane si disperava così tanto che il suo amato, non potendola vedere in quello stato, decise di affrontare la nobile famiglia. Il padre derise la richiesta del ragazzo e disse che il matrimonio ci sarebbe stato solo se fosse riuscito a costruire una torre molto alta.
Quella stessa sera, il giovane si confidò con il padre che subito trovò la soluzione: gli consegnò il tesoro che aveva custodito e iniziarono subito i lavori della torre, oggi conosciuta come la “Torre degli Asinelli”.