La nascita dei portici di Bologna

La nascita dei portici di Bologna


Elemento caratteristico di Bologna sono i portici. La città ha, solo nel centro storico, più di 38 km di porticati, 53 km se si aggiungono quelli fuori porta.
Bologna è la città più porticata al mondo e, per la loro importanza artistica e culturale, i portici bolognesi sono stati candidati a diventare Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Qui troviamo portici da record tra i quali quello di San Luca, il più lungo del mondo, con i suoi 3.796 metri di lunghezza e le sue magnifiche 666 arcate.
Ma come sono nati i portici? La prima testimonianza risale al 1041: in città era in corso un forte incremento della popolazione, dovuto all’Università di Bologna, che attraeva moltissimi studenti e accademici, e all’immigrazione dalle campagne vicine.
Ci si trovò di fronte a una vera e propria emergenza abitativa, ed emerse l’esigenza di nuovi spazi urbani. I cittadini decisero quindi di aumentare la cubatura delle proprie case, ampliando i piani superiori tramite sporti in legno sorretti dal prolungamento delle travi portanti del solaio e, in caso di forte sporgenza, da mensole dette “beccadelli”. Con il passare del tempo, gli sporti si ingrandirono e divenne necessario costruire colonne di sostegno dal basso, che ne impedissero il crollo. Nacquero così i portici. I bolognesi ne compresero subito la grande utilità, offrivano infatti riparo dal sole e dalle intemperie, permettendo a cittadini e turisti di attraversare la città con qualsiasi condizione atmosferica. I portici favorirono anche lo sviluppo di attività commerciali e artigiane, oltre a rendere più abitabili i pianterreni, allontanandoli dalla sporcizia delle strade.
Nel 1288, il Comune di Bologna stabilì che tutte le case nuove dovessero essere costruite con il portico in muratura, mentre quelle già esistenti che ne fossero prive erano tenute ad aggiungerlo. Tuttavia, a oggi, sopravvivono ancora otto portici in legno.